Cari amici,
avrei voluto dire che ho deciso di scendere in campo per la mia città, ma ho pensato che fosse meglio evitare citazioni improprie, almeno nella forma. Preferisco dire che ho deciso di restituire alla mia città la passione e l'affetto con cui mi ha accompagnato nella mia esperienza di atleta prima e di manager sportivo poi, candidandomi alle prossime elezioni amministrative nella lista l'Ulivo per Chiamparino.
Nel mio passato la militanza politica non ha trovato spazio: prima c'è stata la pallavolo (tanta, bellissima, entusiasmante) con i successi degli anni 70 e 80 che resero Torino la capitale italiana ed europea di questo sport; poi sono arrivate la famiglia e il lavoro, che mi ha portato a maturare nuove esperienze, a Torino e in altre città d'Italia; e infine il ritorno allo sport, con le Olimpiadi e le Paralimpiadi di Torino 2006.
Torino oggi è a un bivio. L'esperienza esaltante dei Giochi Olimpici e Paralimpici ha lasciato un patrimonio importante di impianti sportivi e di strutture, ma soprattutto di professionalità: persone - in gran parte giovani e volontari - che hanno fatto fare bella figura a Torino e all'Italia. Per costruire il futuro della nostra città dobbiamo partire dalle persone, dare spazio ai giovani di valore, al merito, all'innovazione. Non bisogna avere paura di confrontarsi, di cambiare, di aprirsi alle nuove esperienze.
L'orgoglio ritrovato deve dare ai torinesi la voglia di continuare. Di non fermarsi. Lo sport può essere un motore di crescita: economica e sociale. Ecco perché non c'è tempo da perdere: il futuro non aspetta e per ospitare grandi eventi c'è bisogno di programmi, decisioni, persone, progetti. Un primo passo è stato compiuto, altri se ne devono fare. Il territorio ha bisogno di un ente in grado di attrarre eventi, di offrire assistenza e professionalità a federazioni, società sportive, sponsor. Un ente che possa creare nuove collaborazioni tra pubblico e privato per finanziare e promuovere le manifestazioni che animeranno gli impianti olimpici negli anni a venire. Un ente che offra le massime garanzie di correttezza e professionalità ai torinesi che hanno sostenuto con entusiasmo i Giochi e che dai Giochi si aspettano un'eredità di valore e non soltanto memorie da cartolina.
Dalle Paralimpiadi ho imparato molto e quel che ho capito - una volta di più - è che lo sport è prima di tutto educazione. Alla salute, al rispetto reciproco, alla diversità, alla disabilità. Lo sport è lotta al disagio. È solidarietà. Lo sport di base (o come si diceva, lo sport per tutti) deve dialogare con il grande sport. I due mondi devono parlarsi e devono farlo anche grazie alla politica.
Ed è questo il mio sogno: garantire che i giovani - tutti, a cominciare dai disabili - possano praticare sport, vedere e sostenere lo sport, vivere esperienze che diano un senso alla parola cittadinanza.
Perché il mio sogno diventi realtà ho bisogno di voi, del vostro sostegno, dei vostri consigli e infine del vostro voto.
Grazie,
Piero Rebaudengo
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